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SOCIAL, EMERGENZE E COINVOLGIMENTO: LA COMUNICAZIONE LOCALE TRA NUOVE SFIDE E BUONE PRATICHE

DI MARCO BRANCACCIA, ADDETTO STAMPA ANCI LAZIO

Fare comunicazione locale oggi è un po’ come organizzare una festa a sorpresa per migliaia di persone: devi sapere cosa dire, quando dirlo, e soprattutto, come dirlo in modo che tutti si divertano e nessuno si senta escluso.

Gli amministratori locali sono il volto più vicino e diretto, quelli che i cittadini incontrano ogni giorno, quelli che, volenti o nolenti, raccolgono plausi e critiche. In questo scenario complesso e sempre più digitale, la comunicazione locale non può più limitarsi a informare: deve coinvolgere, ascoltare e, soprattutto, rispondere rapidamente.

Come si fa, quindi, la comunicazione locale? Quali sono gli strumenti che bisogna usare e soprattutto come sfruttarli al meglio per raggiungere cittadini sempre più digitali e con aspettative sempre più alte? La risposta è semplice: bisogna adottare un uso intelligente dei social media e delle piattaforme digitali, che oggi rappresentano una frontiera obbligata. Se il Comune non è sui social, non solo perde una grande occasione di dialogo con i cittadini, ma rischia anche di ritrovarsi al centro di discussioni digitali alle quali non è stato invitato. Ed è noto che, quando non partecipi a una conversazione che ti riguarda, qualcun altro lo farà al posto tuo e spesso in modo meno accurato (o totalmente sbagliato).

Una comunicazione efficace deve necessariamente passare anche dall’ascolto attivo. I cittadini non vogliono solo informazioni, desiderano essere ascoltati e coinvolti. Strumenti come sondaggi online, dirette streaming e piattaforme digitali interattive possono rendere le persone protagoniste delle decisioni pubbliche, trasformando così la “vecchia amministrazione” in un laboratorio aperto di idee e progetti condivisi. Più facile a dirsi che a farsi, ovvio. Perché ‘usare i social’ non significa copincollare annunci come un automa, né limitarsi a scrivere post pedissequi su quello che succede o succederà. Significa sporcarsi le mani (metaforicamente, tranquilli), capire le dinamiche del territorio e viverle. In pratica, se pensi di fare buona comunicazione restando incollato alla scrivania… forse hai confuso l’ufficio stampa con il protocollo.

Altro elemento cruciale, la gestione della comunicazione in situazioni di emergenza. Perché, se lavori per un Ente comunale o sovracomunale, passerai sicuramente per un qualche tipo di emergenza, che sia un’allerta meteo, una crisi idrica, un evento con chiusura strade o, nel caso di tanti di noi, una pandemia. Qui il Comune deve diventare una voce affidabile e sicura, in grado di informare con precisione e rassicurare con tempestività. Proprio in questi giorni cadono i cinque anni dal primo lockdown per il Covid-19, durante il quale, grazie all’aiuto di tanti colleghi, è stato creato il “Coordinamento degli Uffici Stampa degli Enti Comunali e Sovracomunali del Lazio”. Uno spazio digitale, una semplice chat WhatsApp, diventata cruciale per scambiarsi informazioni, confrontarsi e “tradurre” tempestivamente i DPCM in infografiche comprensibili e fruibili tutti. Un lavoro che ha concretamente aiutato tantissimi cittadini e amministratori a orientarsi nelle regole e nella confusione di quei giorni drammatici. Un lavoro che, personalmente, porto con estremo orgoglio.

Parlando di buone pratiche, ci sono esempi virtuosi in cui piccoli Comuni, magari con risorse limitate, sono riusciti a comunicare efficacemente grazie all’utilizzo di app dedicate, newsletter periodiche e perfino messaggi WhatsApp mirati. Questi strumenti permettono un’informazione tempestiva e capillare, raggiungendo facilmente anche le fasce meno digitalizzate della popolazione. 

Guardando al futuro, è evidente che le sfide non mancano. Le amministrazioni comunali dovranno imparare a comunicare sempre più velocemente e in modo personalizzato, cercando però di non perdere di vista la semplicità e l’autenticità del messaggio né rischiare di cadere nello “spam”. Tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, chatbot e piattaforme di partecipazione civica possono offrire un aiuto fondamentale in questa direzione, consentendo di automatizzare le risposte più semplici e liberare tempo per un ascolto e una gestione più approfonditi dei problemi complessi.

Un altro aspetto cruciale è la formazione degli operatori della comunicazione locale. Investire in corsi di aggiornamento e workshop specifici può fare una grande differenza, aiutando gli addetti stampa e i responsabili comunicazione a sviluppare competenze digitali e relazionali indispensabili per gestire al meglio il rapporto con il cittadino.

In fondo, la comunicazione locale è semplice: si tratta di instaurare un dialogo onesto, trasparente e, possibilmente, anche un po’ simpatico con i cittadini. Perché, se è vero che nessun Comune potrà mai accontentare tutti, almeno possiamo cercare di lasciare ogni cittadino con la sensazione di essere stato ascoltato davvero. E quando un cittadino si sente ascoltato, aumenta la sua fiducia nell’istituzione, si migliora il rapporto con la comunità e, in definitiva, cresce la qualità della vita di tutti.