LA COMUNICAZIONE È UNO STRUMENTO PER RACCONTARE L’INNOVAZIONE SCIENTIFICA E COSTRUIRE FIDUCIA. L’ESPERIENZA DI CONFINDUSTRIA DISPOSITIVI MEDICI. LA SCELTA DELLA SALUTE
DI SARA ROBIBARO, RESPONSABILE UFFICIO STAMPA CONFINDUSTRIA DISPOSITIVI MEDICI.
Nel settore dei dispositivi medici scienza e meraviglia si incontrano per dare vita a tecnologie innovative che migliorano la qualità della vita delle persone, o addirittura la cambiano radicalmente. Protesi bioniche che restituiscono il movimento a chi l’aveva perso, defibrillatori che salvano una vita che si è fermata, carrozzine su misura per esigenze specifiche, Tac capaci di diagnosticare malattie con estrema precisione, apparecchi acustici che fanno riscoprire i suoni, lenti intraoculari che ridanno la vista a milioni di persone, test che anticipano la diagnosi di malattie genetiche o tumori. Sono solo alcuni esempi di un universo affascinante che ogni giorno si arricchisce grazie al lavoro di biotecnologi, ingegneri, medici, informatici, chimici, data scientist e, in molti casi, pazienti stessi, ispirati dalle proprie esperienze di vita. Come il ragazzo di 15 anni che dopo un infarto è diventato medico e ha progettato un elettrocardiografo portatile o i progetti nati dalla collaborazione tra professionisti di aziende, università e centri di ricerca.
Raccontare questo mondo è un privilegio, perché significa narrare storie di innovazione che migliorano e spesso salvano vite umane. Eppure, fino a pochi anni fa, la parola “dispositivi medici” evocava immagini fredde e distanti, e c’era poca consapevolezza del loro valore. Abbiamo lavorato per far emergere l’enorme complessità che c’è dietro anche agli strumenti più semplici, come una siringa, il cui design deriva da anni di ricerca per renderla più sicura e meno invasiva. Oggi, complice anche la pandemia che ha acceso i riflettori su queste tecnologie, il loro valore è più riconosciuto, così come il loro ruolo cruciale nel sistema sanitario e per la tutela della salute delle persone.
Ma il settore ha affrontato anche sfide complesse legate a una percezione di scarsa trasparenza, alimentata da episodi di corruzione che hanno rischiato di danneggiare la reputazione delle aziende e dell’intero settore. Per rispondere a queste criticità, le imprese hanno scelto di adottare un codice etico rigoroso, un impegno non scontato che ha rappresentato una svolta nel contrasto alla corruzione per superare i pregiudizi nel solco della trasparenza. Questo passo ha richiesto un grande lavoro organizzativo: definire regole chiare per prevenire comportamenti a rischio, garantire la trasparenza nella gestione dei congressi medici e dichiarare con chiarezza tutti i contributi e le collaborazioni a fini di ricerca, sviluppo e formazione. Ma anche sul piano comunicativo è stata una scelta coraggiosa e strategica, mirata a superare la cultura del sospetto che demonizza le collaborazioni tra medico e industria, mostrando che questi rapporti non sono conflitti di interesse, ma opportunità indispensabili per il progresso tecnologico. Questa visione ha aiutato a sviluppare una comunicazione più diretta e trasparente, cercando di affrontare in modo coraggioso un tema critico, dando autorevolezza alla rappresentanza delle imprese del settore e discostandosi dai singoli casi di corruzione che rischiavano di compromettere la reputazione dell’intero comparto.
La comunicazione nell’healthcare è delicata e complessa, richiede sensibilità politica e un’attenzione particolare ai pazienti, specialmente nell’era digitale, dove l’impatto di un messaggio può essere immediato e globale, e la reputazione può essere facilmente influenzata. I social media hanno trasformato il modo di comunicare, non solo spostando molte informazioni su canali digitali, pur mantenendo alcuni temi anche sui media tradizionali, ma anche sviluppando un modello di informazione da media company.
In questo scenario la sinergia tra responsabile dell’ufficio stampa, social media manager e public affairs è fondamentale per costruire strategie che bilancino informazione e reputazione. Questo lavoro corale è essenziale per preservare equilibri istituzionali, creare fiducia con i giornalisti e valorizzare pazienti e professionisti, sempre nel rispetto dell’etica e della responsabilità, senza mai sacrificare la sensibilità verso il tema della salute.
In questo contesto, raccontare storie di innovazione richiede attenzione per preservare la fiducia del pubblico e degli stakeholder, sapendo emozionare i lettori senza cadere nella trappola del cannibalismo mediatico per cercare visibilità a tutti i costi. Sfruttare tragedie o fatti di cronaca in cui grazie a un dispositivo medico sono state salvate vite umane per autocelebrarsi può danneggiare la reputazione del settore. La comunicazione deve essere orientata a sensibilizzare e informare, senza trasformare i pazienti in strumenti di marketing, ma valorizzandoli come testimoni diretti del progresso scientifico.
La comunicazione dei dispositivi medici non è solo un mestiere, ma una responsabilità sociale: quella di sensibilizzare, informare e, al contempo, sostenere l’immagine di un’industria che lavora ogni giorno per migliorare la qualità della vita delle persone.